Kinga Nowak, tra architettura e pittura: “Vi racconto le mie ispirazioni”

Inquadrature audaci, colori intensi (spesso contrastanti), un debole per i neri e forti pennellate. Kinga Nowak è una giovane artista (classe ’77) che sta facendo parlare di sè in maniera molto veloce. Citata tra i 100 “giovani pittori internazionali” di maggior grido dalla blasonata Beers Gallery, la pittrice polacca ci racconta i suoi segreti e le sue ispirazioni.

A tu per tu con Kinga Nowak

D: C’è stato un momento in cui hai capito che l’arte avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella tua vita? E quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione?

Ho sempre voluto dipingere. Non è che considerassi la pittura un modo di vivere in senso ampio, ma semplicemente non potevo immaginare di fare nient’altro. Quindi, è venuta come una scelta molto naturale per me. Ero anche interessata all’architettura; volevo anche intraprendere un percorso di studi in architettura, ma alla fine la pittura ha avuto la priorità. Nell’ultimo periodo il mio interesse per l’architettura sta riprendendo vigore, e questo appare nei miei quadri, come soggetto, e adesso nei miei ultimi lavori sullo spazio.

Kinga Nowak immersione

Kinga Nowak – Immersion 150x210cm, oil on canvas 2013

D: Nel 2014 sei stata inclusa tra i “100 Pittori del Futuro” di Kurt Beers: che tipo di futuro vedi per le pitture figurative?

È un libro molto importante, e presenta una panoramica internazionale sulla pittura di oggi. Fornisce degli elementi che dimostrano come i pittori sentano ancora il bisogno di costruire narrative attraverso la figurazione e la rappresentazione: il fotorealismo è meno popolare rispetto ad un decennio fa. Per quanto mi riguarda, arte è creare un linguaggio formale che possa funzionare con o senza rappresentazione. Questo è il motivo per cui la figurazione è di secondaria importanza per me.

Kinga Nowak – Spielplatz Museum of Contemporary Art (Krakow, 2017)

D: Abbiamo intervistato Andrew Salgado: cosa pensi della sua arte? Ci ha detto che la continua evoluzione del suo stile artistico è qualcosa di molto importante per lui: puoi dire lo stesso per te stessa?

Andrew Salgado è un artista con un temperamento artistico impressionante. Ho avuto la possibilità d’incontrarlo in occasione del vernissage dei “100 Pittori del Futuro”, la mostra al Beers Contemporary. Non sono sorpresa che si sia evoluto così tanto negli anni e i suoi lavori sono diventati sempre più intensi. Sono completamente d’accordo con lui: è lo sviluppo personale che mi spinge tutti i giorni a tornare al mio studio. Mi emoziona il fatto che il mio lavoro artistico sia in continua evoluzione, che ancora riesca a sorprendermi molto e che io non sia in completo controllo.

D: Pensi di continuare ad esprimere la tua arte soprattutto con i tuoi dipinti in futuro o vorresti sperimentare anche altre arti?

La pittura ha formato e consolidato il mio percorso artistico. Nonostante questo, non sono mai stata chiusa ad altri media. I miei ultimi lavori sullo spazio mi hanno sorpreso, ma funziona così: l’evoluzione artistica di una persona è la somma di diverse esperienze. Le forme che ho creato sono un’estensione dei miei dipinti. In questi, la geometria che prevale nei dipinti narrativi è liberata dalle costrizioni della bidimensionalità e trova la sua realizzazione nello spazio, nella relazione tra paesaggio ed architettura.

Kinga Nowak - Dawn 120x170 oil on canvas 2016

Kinga Nowak – Dawn 120×170 oil on canvas 2016

D: Puoi descrivere il ruolo del tempo e della memoria nella tua arte e nella tua vita?

La memoria è essenziale per creare delle parole visuali. Siamo la nostra memoria. Tutte le volte che inizio a dipingere, alcune esperienze e memorie mi ritornano in mente, un’atmosfera di un posto, forse, o dei colori particolari di un paesaggio ammirato. Questo è il primo tipo di memoria. L’altro tipo di memoria è quella collettiva, che consiste in simboli e segni prodotti dalla nostra cultura e civiltà. È grazie ad essi che possiamo comunicare. Ogni volta che vediamo un monumento o visitiamo un museo, preserviamo questa memoria. È per questo che sono interessata ad occuparmi anche di memoria collettiva.

D: Alcuni dei tuoi dipinti hanno dei paesaggi urbani di città in cui ha vissuto. Che tipo di influenza ha l’architettura sulla tua arte? Che tipo di architettura ti piace di più?

È vero. Come ho già detto, l’architettura è molto importante per me. Ho vissuto in molte città europee, tra cui Düsseldorf, Germania. Abitavo a Berlino nel periodo della sua più dinamica trasformazione urbana; ho vissuto anche a Parigi, dove ho studiato alla ENSBA, e a Londra. Questi paesaggi urbani mi hanno sempre inspirato e fanno da fondo per diverse narrative dei miei quadri. La mia città di origini è Cracovia, che è piena di esempi di architettura moderna a anche molti stupendi palazzi rinascimentali e barocchi, che danno la forma all’ambiente della città. Mi piace anche prendere inspirazione dall’architettura antica, come Paestum, Pompei, le rovine dell’antica Grecia, castelli e teatri. Sono posti unici, e visitarli ha un effetto molto forte sull’immaginazione di una persona, non solo per il loro significato storica ma anche per la loro posizione e la loro luce intensa e impareggiabile.

D: Associ l’ambiente naturale con la solitudine umana?

Fortunatamente, vi sono ancora alcuni posti in questo mondo in cui si può stare da soli con la natura, ed averne un’esperienza più completa. Ma vi vedo affatto una connessione con la solitudine. Penso che sia molto più facile sentirsi solo in una grande città con cui non si ha familiarità.

Kinga Nowak - Goats 130x180cm, oil on canvas (2013)

Kinga Nowak – Goats 130x180cm, oil on canvas (2013)

kinga nowak olio su tela

D: Quali sono le tue fonti di ispirazione maggiori per la tua arte?

I viaggi, la luce (specialmente al sud), i miti, i sogni, le intuizioni, e il mio museo interiore di immaginazione, che cambia costantemente ed evolve. Sono sempre stata inspirata dall’arte antica e dall’arte africana, oltre che dall’astrazionismo americano degli anni ’60, dalla moda degli anni ’90 (in particolare i primi design di Jill Sander) e dall’avanguardia polacca.

D: Secondo il tuo gusto, quale stile di interior design dovrebbero avere gli appartamenti dove sono i tuoi quadri?

Vi è sicuramente un rapporto forte tra design, interior design e la pittura, sono tutti e tre complementari e si influenzano reciprocamente.
Sono una grande fan del design Scandinavo. I mobili danesi degli anni ’50 e ’60, ad esempio, sono molto eleganti e sofisticati per la loro forma. Io preferisco uno stile semplice e naturale per gli interni. Ma apprezzo anche una combinazione originale di stili differenti e di oggetti che all’apparenza non dovrebbero stare bene insieme ma che di fatto riescono ad unire mondi e culture diverse. Ho visto i miei dipinti sia in appartamenti molto moderni sia in stanze piene di antichità, dipende tutto dal dipinto specifico e dal posto, la sua luce e dall’atmosfera.

D: Hai visto le foto e i video del Nizza Paradise Residence? Cosa ha attratto maggiormente la tua attenzione?

Prima di tutto ho notato il modo brillante in cui l’edificio si integra e si posiziona nel paesaggio. Si vede immediatamente il dialogo tra gli elementi architettonici e quelli naturali. L’edificio fa parte del paesaggio, non ci sono dubbi. E inoltre, non si può fare altro che ammirare la sua forma così bella, sofistica e moderna. Complimenti!

 

Kinga Nowak – African Totem 2017 230x145x130

Kinga Nowak – Monument 100x61cm, oil on canvas,2015

Kinga Nowak – Trip 60x40cm, oil on canvas,2013

Photo cover: Michal Korta

Kinga Nowak african totem
Kinga Nowak monument
Kinga Nowak olio su tela carote
2018-03-21T12:05:09+00:00